Se pensi ai grandi vini bianchi italiani, probabilmente ti vengono in mente il Verdicchio, il Fiano o magari un bel Greco di Tufo. Ma c’è un vitigno che fino a qualche decennio fa era quasi scomparso e che oggi sta facendo impazzire sommelier e appassionati: il Timorasso. Un nome che suona ancora poco familiare ai più, ma che nasconde un’anima unica, capace di esprimere eleganza, potenza e longevità in un solo calice.
Un vitigno (quasi) dimenticato
Il Timorasso è un vitigno autoctono del Piemonte, in particolare delle colline tortonesi, in provincia di Alessandria. E no, non è il classico vino che trovi sugli scaffali del supermercato sotto casa. Per anni è stato abbandonato a favore di varietà più facili da coltivare e più produttive, come la Barbera e la Cortese. Ma il Timorasso non è mai stato un vitigno qualsiasi: è capriccioso, poco generoso nelle rese, difficile da gestire in vigna. Insomma, un po’ una diva della viticoltura.
Negli anni ‘80, però, un gruppo di produttori visionari ha deciso di scommettere su di lui. Il più celebre tra questi è Walter Massa, considerato il “padre” della rinascita del Timorasso. Grazie al suo lavoro, oggi il vitigno è tornato a essere coltivato e apprezzato, dando vita a una delle più belle riscoperte del panorama vinicolo italiano.

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Un bianco con il cuore da rosso
Dimentica i bianchi freschi e leggeri da bere ghiacciati sotto l’ombrellone. Il Timorasso è tutta un’altra storia. È un vino bianco che si comporta come un rosso: ha struttura, corpo e una capacità di invecchiamento impressionante.
Nei primi anni di vita può essere un po’ timido, con profumi floreali e agrumati, ma col passare del tempo si trasforma, sviluppando note di miele, frutta secca, idrocarburi (sì, proprio come un grande Riesling) e una mineralità straordinaria. Non a caso, alcuni lo chiamano “il Barolo dei bianchi” per la sua longevità e complessità.
Cosa dice il disciplinare
La produzione del Timorasso è regolamentata dal disciplinare della denominazione di origine controllata (DOC) Colli Tortonesi. Ecco le principali caratteristiche previste dal disciplinare per il vino Colli Tortonesi Timorasso DOC:
- Composizione ampelografica: Il vino deve essere ottenuto da uve Timorasso per almeno il 95%. È consentito l’uso di altri vitigni a bacca bianca non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Piemonte, fino a un massimo del 5%.
- Zona di produzione: Le uve devono provenire dalla zona viticola dei Colli Tortonesi, che comprende diversi comuni in provincia di Alessandria.
- Caratteristiche organolettiche:
- Colore: Giallo paglierino più o meno intenso.
- Odore: Caratteristico e fragrante.
- Sapore: Di buona struttura, fresco ed armonico.
- Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12% vol.
- Invecchiamento minimo: Per la tipologia Riserva, è previsto un periodo di invecchiamento minimo di 21 mesi.
È importante notare che, negli ultimi anni, il Timorasso è stato sempre più identificato con il nome Derthona, l’antico nome di Tortona, per sottolineare il forte legame tra il vitigno e il territorio. Questa scelta è stata accompagnata da aggiornamenti nel disciplinare per riflettere questa denominazione.
Come abbinarlo e quando berlo
Il Timorasso come abbiamo visto offre vini bianchi di grande struttura e complessità, rendendoli ideali per accompagnare una varietà di piatti della tradizione culinaria piemontese. Ecco alcuni abbinamenti gastronomici che esaltano al meglio le caratteristiche di questo vino:
Antipasti
Acciughe al verde: Le acciughe marinate con prezzemolo, aglio e olio trovano nel Timorasso un compagno ideale, grazie alla sua freschezza che bilancia la sapidità del piatto.
Insalata russa: La cremosità e la dolcezza delle verdure si armonizzano con la struttura e l’acidità del vino, creando un equilibrio piacevole al palato.
Primi Piatti
Risotto al tartufo bianco: La ricchezza e l’aromaticità del tartufo bianco si sposano perfettamente con la complessità e la mineralità del Timorasso, offrendo un’esperienza gustativa raffinata.
Agnolotti del plin: Questi piccoli ravioli ripieni di carne trovano nel Timorasso un abbinamento ideale, soprattutto se conditi con burro e salvia, grazie alla capacità del vino di pulire il palato e valorizzare i sapori del piatto.
Secondi Piatti
Coniglio alla ligure: La succulenza del coniglio, arricchita da olive e pinoli, si abbina bene con la struttura e la freschezza del Timorasso, creando un equilibrio armonioso.
Fritto misto alla piemontese: La varietà di sapori e la tendenza dolce del fritto trovano nel Timorasso un partner ideale, grazie alla sua acidità e sapidità che contrastano la grassezza del piatto.
Formaggi
Robiola di Roccaverano: La cremosità e l’acidità di questo formaggio caprino trovano un equilibrio perfetto con la freschezza e la struttura del vino.
Montebore: Questo formaggio tipico dell’Alessandrino, con la sua pasta morbida e sapore delicato, si sposa magnificamente con la complessità aromatica del Timorasso.
E se hai pazienza, prova a dimenticarti una bottiglia in cantina per qualche anno…ti sorprenderà vedere come evolve, diventando sempre più complesso e affascinante.
Oggi il Timorasso non è più un’oscura reliquia del passato.
Sempre più produttori lo stanno coltivando con passione, e il suo successo sta varcando i confini italiani. Lo trovi sulle carte dei vini di ristoranti stellati e nelle collezioni dei wine lovers più esperti.
Se non l’hai ancora provato, è il momento di rimediare. Cerca un Derthona Timorasso, il nome con cui viene commercializzato, e lasciati conquistare da questo piccolo grande tesoro piemontese.
copyright immagine: https://www.piemonteland.it/vini/timorasso/

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Puoi scegliere tra l’adozione di un filare in Toscana (Chianti) o in Puglia (Salento). L’adozione del filare dura 12 mesi e può iniziare in qualsiasi momento. L’adottante riceverà:
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