TENUTA CASABIANCA: IL PARADISO NEL CHIANTIGIANO

di Cristian

In uno dei luoghi più caratteristici e ricchi di storia d’Italia, trova dimora una realtà vitivinicola che, seppur con un occhio di riguardo per le tradizioni storiche legate al suo territorio, è saldamente proiettata nel futuro dell’enologia italiana ed internazionale.

Qualche giorno fa siamo stati ospiti di Tenuta Casabianca a Murlo in provincia di Siena, i cui terreni, dolcemente adagiati sulle colline chiantigiane, si dislocano su 700 ettari di cui 70 vitati e 15 di ulivi, con i quali viene prodotto l’olio EVO DOP Terre di Siena. Qui l’occhio piacevolmente si perde tra vigneti, uliveti, boschi e casali del 1400, ristrutturati dopo l’acquisizione avvenuta intorno agli anni 50 del Novecento, ideali per passare un periodo in completo ed assoluto relax.

vigneto presso tenuta casabianca

Circondata da due riserve naturali e delimitata da due fiumi, l’Ombrone ed il Merse, che li separano dalla zona del Brunello, Casabianca coltiva vitigni autoctoni come il Sangiovese, il Canaiolo ed il Vermentino, e vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon, il Merlot ed il Viognier.

vigneto Tenuta Casabianca

Il futuro qui è rappresentato dalla certificazione Vegan, ottenuta nel 2014 in seguito all’idea di riconvertire l’intero ciclo produttivo, eliminando tutte i prodotti di origine animale. Dalla vigna, dove vengono usati compost vegetali, oli essenziali d’arancio ed estratto di senape, alla cantina dove sono utilizzati chiarificanti di origine vegetale come farina di patate e grano al posto di albumina e colla di pesce, fino ad arrivare all’imbottigliamento ed al packaging dove vengono usate colle e pigmenti vegetali: nessun derivato di origine animale compare nel processo produttivo.

Un progetto ambizioso che punta ad una maggiore sostenibilità ambientale ed una migliore crescita e sviluppo della vite dovuta all’integrazione ed allo scambio simbiotico che si viene a creare tra la pianta ed il terreno da cui essa trae le sostanze nutritive.

Da questa idea è nato il primo Chianti vegano d’Italia, il Chianti Colli Senesi DOCG vendemmiato nel 2014, dove lo stile veg “dà un plus al vino” e gli “toglie il make-up”, come sottolinea Giacomo Sensi, l’agronomo e wine-maker dell’azienda.

Da questa idea è nato il primo Chianti vegano d’Italia, il Chianti Colli Senesi DOCG vendemmiato nel 2014, dove lo stile veg “dà un plus al vino” e gli “toglie il make-up”, come sottolinea Giacomo Sensi, l’agronomo e winemaker dell’azienda.

Dopo aver ammirato i vigneti dislocati nella Tenuta Casabianca, passando dal Sangiovese al Merlot al Canaiolo, la nostra visita si è conclusa con una notevole degustazione, durante la quale il responsabile commerciale Lorenzo Laschetti ci ha sottoposto tra i migliori vini della loro produzione.

Dopo aver ammirato i vigneti dislocati nella Tenuta Casabianca, passando dal Sangiovese al Merlot al Canaiolo, la nostra visita si è conclusa con una interessantissima degustazione, durante la quale il responsabile commerciale Lorenzo Laschetti ci ha sottoposto i migliori vini della loro produzione.

Nell’ordine abbiamo degustato il Cleo, prodotto con uve di Vermentino e Viognier vinificate diversamente –Vermentino in acciaio e Viognier con passaggio in barrique – ed assemblate successivamente; il Loccareto, 100% Canaiolo che emana profumi sempre diversi se lo si lascia decantare nel bicchiere; il 15 Staiori (lo staioro era l’unità di misura dei terreni usata a Siena intorno al XV secolo), un 100% Merlot dal profumo intenso che volge alle spezie ed il gusto equilibrato e persistente, quasi da meditazione; il Chianti Colli Senesi Riserva Belsedere, dove Belsedere è il cru della Tenuta allevato a Sangiovese, un vino “intenso”, in cui i profumi si sposano alla perfezione col sapore, risultando complementari; ed infine, come ciliegina sulla torta, il Chianti Colli Senesi DOCG 2015, vegano, un vino che non si può non amare, come dimostra la risposta del mercato italiano ed internazionale.

I vini di Tenuta Casabianca

Mercato che apprezza i loro vini, dimostrando che la strada intrapresa da Tenuta Casabianca è quella giusta.

A noi resta il “mero” compito di degustare il frutto del loro ottimo lavoro, magari ammirando uno splendido tramonto chiantigiano tra vigneti, ulivi e casali del Quattrocento.

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