"PISANI PIÙ SCHIETTI", APPUNTI DI DEGUSTAZIONE

di Cristian
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Sabato 7 Dicembre abbiamo partecipato all’evento enoico “Pisani più schietti“, organizzato dalla Fisar – delegazione storica di Pisa nella sala della Camera di Commercio di Pisa.

Manifestazione giunta quest’anno alla ventesima edizione, patrocinata dalla Camera del Commercio di Pisa, dal Consorzio Vini Terre di Pisa e dalla Strada del Vino delle Colline Pisane; durante la manifestazione è stata anche presentata la guida sui vini delle colline pisane, con 40 aziende aderenti e circa 120 etichette esaminate.

Le cantine presenti abbracciano un territorio vasto e di conseguenza variegato, al cui interno si trovano condizioni pedoclimatiche differenti in grado di garantire ai vini delle caratteristiche specifiche nei profumi e nei sapori, maggiormente riscontrabili grazie a quella schiettezza di cui sono portatori.

Queste, dunque, le cantine degustate ieri: 

PODERE SPAZZAVENTO

Podere Spazzavento è un’interessante cantina situata a Ponsacco, nelle Colline Pisane. Kerstin la gestisce insieme al marito ed al cognato con passione, e con una particolare attenzione alle nuove tendenze, come per esempio quella dei vini in anfora. È infatti un loro vino, L’uva e la Terra bianco, ad aver attirato la nostra attenzione, in quanto affinato in anfora di cocciopesto; qui le bucce restano a macerare a contatto con il vino per un anno, da cui ne deriva un colore aranciato del vino. Profumo e sapore intensi e strutturati, ben diversi da un bianco tipico ottenuto dal Trebbiano come questo di Spazzavento. Abbiamo poi anche assaggiato il rosso Le Parole di Alberto, Sangiovese in purezza che sprigiona un bouquet complesso ma armonico, con sapori decisi e una propensione all’invecchiamento notevole. L’ultimo vino assaggiato è stato Grano delle Formiche, blend di Sangiovese ed una parte di Colorino, piccolo vitigno autoctono toscano, la cui unione col Sangiovese dona al vino un colore rosso rubino carico, quasi violaceo, un profumo carico di note fruttate ed un sapore morbido e caldo, piacevolmente persistente ma non troppo.

SECONDO NOI. Schietti? Certo che sì, dopotutto con una proprietaria tedesca non poteva essere diversamente.

TENUTA PAKRAVAN PAPI

E dopo una cantina per metà tedesca, ne abbiamo incontrata una per metà iraniana. Tenuta Pakravan Papi è gestita da Amineh ed Enzo, e sono la dimostrazione di come l’amore ed il vino riescano a travalicare confini e religioni. Il territorio di Riparbella, comune in cui la cantina possiede gli ottanta ettari divisi tra vigneti, uliveti e boschi, subisce la benevola influenza del Mar Tirreno, e lunga è la storia vitivinicola della zona. I vini ne sono la prova e quelli assaggiati ieri avevano un carattere proprio e particolare; il Ribellante, “ribelle” vino bianco ottenuto da Riesling, Chardonnay e Malvasia è molto interessante perché propone sentori difficilmente riscontrabili altrove, quali la potenza e la delicatezza, la sapidità e l’aromaticità; il Cancellaia, rosso ottenuto dai due Cabernet, Sauvignon principalmente e Franc, è un vino suadente, morbido ed avvolgente mentre il Gabbriccio, da uva Sangiovese piccolo (varietà tipica del Chianti alto) è un vino più graffiante, che per dare il massimo di sè deve affinare qualche anno in bottiglia, per arrotondarsi senza tuttavia perdere quella caratteristica aggressività.

SECONDO NOI. Vini schietti e onesti, puliti, buoni anche fuori dai pasti.

VARRAMISTA

Questa cantina, la cui pronuncia corretta è Varràmista, è di proprietà della famiglia Piaggio, la stessa che ha dato origine a quel miracolo industriale del dopoguerra che ha preso il nome di Vespa. Cantina fortemente voluta da Giovanni Alberto Agnelli, a cui dopo la sua prematura scomparsa sono succedute la mamma e la sorella, ha nel suo DNA quella regalità tipica delle casate toscane. Una regalità che non potevano non rispecchiare i loro vini, e quello assaggiato ieri ne è la prova; il Varramista, ottenuto dal vitigno Syrah originariamente voluto da Giovannino, è soprattutto potente, quasi austero, ma allo stesso tempo rotondo e con tannini morbidi.

SECONDO NOI. È un vino schietto e veritiero, i cui aromi e sapori sono quelli tipici di questa varietà.

LA REGOLA

Podere La Regola, situata nel comune di Riparbella ha fatto dell’equilibrio la sua “regola” fondamentale e su cui basano tutte le loro attività, in vigna come in cantina. Cantina recentemente ristrutturata ed ecosostenibile, vigneti in cui tradizione e modernità si contrappongono sapientemente indicando la via da perseguire. I vini assaggiati ieri sono l’essenza dell’equilibrio, a partire dal bianco Lauro, ottenuto da Viognier e Chardonnay, due varietà in grado di regalare armoniosità e complessità senza sovrapporsi, per finire al rosso La Regola, Cabernet Franc in purezza, dove le note fruttate si bilanciano con quelle floreali e la struttura è rappresentata da un corpo maturo ma sapientemente acido e fresco.

SECONDO NOI. La schiettezza de La Regola sta nell’equilibrio tra le componenti aromatiche dei suoi vini.

TORRE A CENAIA

Torre a Cenaia è una tenuta storica nel comune di Crespina Lorenzana, caratterizzata dall’importanza e dal valore storico dei suoi edifici, su tutti la Casa Turrita e la piccola cappella di Sant’Andrea situata al suo lato. Produttori di vino e birra (la famosa J63 in grado di valicare i confini provinciali), sono dal 2017 biologici su tutti i 340 ettari della tenuta, di cui oltre 30 vitati. Il vino che abbiamo assaggiato ieri era il Cenaja Vermentino Bio, il bianco top dell’azienda. Un vino dal colore giallo paglierino non particolarmente carico ma brillante, profumi delicati di fiori e sapore sapido, vellutato e morbido, con un finale leggermente acido e fresco.

SECONDO NOI. Vino schietto ma non solo, piacevole ma soprattutto intrigante.

FATTORIA FIBBIANO

A Terricciola, comune storicamente vocato alla viticoltura, ha sede Fattoria Fibbiano, giovane cantina a conduzione biologica certificata ed energeticamente autosufficiente. Ieri abbiamo assaggiato il loro Ciliegiolo, vino rosso ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono, e il Sofia, rosato prodotto con Sangiovese in purezza. Il primo, il Ciliegiolo, è un vino che si presenta con un bel rosso rubino, sentori fruttati più che floreali ed una buona struttura e persistenza. Il Sofia ha un colore rosa pallido, aromi di frutta rossa ed in bocca è acido e fresco, pulito e morbido.

SECONDO NOI. Questi vini di Fibbiano sono giustamente schietti, e fanno della facilità di beva la loro caratteristica principale.

PODERE LA CHIESA

Palma e Maurizio dirigono Podere La Chiesa, cantina situata a Terricciola, lungo la strada che porta a Volterra. Morbide colline caratterizzano i vigneti coltivati perlopiù a Sangiovese, a testimoniare l’amore per la tradizione dei proprietari, mentre l’architettura della nuova cantina dimostra quanto sia moderna la visione e rispettosa nei confronti della natura autrice di un paesaggio così magico. I vini degustati: Le redole di Casanova, base Sangiovese con aggiunta di Canaiolo è un vino piacevole ma con una sua personalità ben definita, data dall’apporto del Canaiolo, utile a smorzare quel tanto che basta il Sangiovese senza toglierne le peculiarità; l’Opera in Rosso è un Sangiovese in purezza che appare subito per quello che dovrebbe essere, verticale e immediato, senza fronzoli; l’Opera in Nero è un Merlot in purezza, dove la balsamicità detta un po’ le regole tra profumi di fragola e ciliegia, mentre in bocca la morbidezza suadente si lascia apprezzare a lungo, senza però risultare fastidiosa.

SECONDO NOI. Schiettezza nel bicchiere in quanto questi vini riflettono quelle che sono le peculiarità dei vitigni da cui derivano.

TENUTA DI GHIZZANO

Tenuta di Ghizzano è una delle aziende storiche della provincia di Pisa, tra Peccioli e Pontedera, che conta ad oggi circa 350 ettari di proprietà, di cui 20 a vigneto coltivati col regime dell’agricoltura biodinamica. Il vino assaggiato ieri era il Veneroso, un blend a base Sangiovese con una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon; colore rosso rubino molto intenso, profumo di frutta rossa e floreale, in bocca rotondo e complesso ma equilibrato, con un bel finale ma non invadente.

SECONDO NOI. Il Veneroso è vino schietto e autentico, grazie alle tecniche naturali usate in vigna ed alla botte grande che non modifica troppo le caratteristiche finali del vino. 

I GIUSTI E ZANZA

I Giusti e Zanza è una cantina nata nel 1996 con sede a Fauglia, i cui 17 ettari di vigneto ospitano varietà quali Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e una piccola percentuale di Alicante e Petit Verdot. Abbiamo assaggiato il Dulcamara, blend in stile bordolese su base Cabernet Sauvignon con presenza variabile di Cabernet Franc, Petit Verdot e Merlot in piccola parte; il suo colore rosso rubino intenso prepara l’olfatto al profumo di frutta di bosco e fragola con sentori di liquirizia, ed in bocca i tannini si fanno apprezzare per la morbidezza con un lungo finale piacevole.

SECONDO NOI. Buono e schietto sì, il Dulcamara è un vino che sicuramente incontra i gusti di molti amanti del vino e non.

CUPELLI

L’azienda Cupelli è situata a San Miniato, bellissimo paese attraversato dalla via Francigena e teatro in autunno della Fiera del Tartufo bianco. Amanti degli autoctoni, coltivano nei loro vigneti Sangiovese, Ciliegiolo, San Colombano, Canaiolo e Trebbiano Toscano e la loro produzione è dedicata agli spumanti ed al Vin Santo. Ed è proprio quest’ultimo che abbiamo degustato ieri, l’Amelio, ottenuto da uve Trebbiano Toscano e San Colombana: profumi ricchi ed intensi di frutta secca e miele, mentre in bocca è avvolgente e persistente, con una leggera nota alcolica in chiusura.

SECONDO NOI. Questo vin santo di schiettezza ne ha da vendere, derivante dalle uve tipicamente utilizzate per produrre questa tipologia di vino.

Queste, dunque, le cantine che abbiamo “assaggiato”, ma molte altre erano presenti all’evento, e che avremo sicuramente l’occasione di incontrare durante future manifestazioni enoiche sparse lungo lo stivale.

“Pisani più schietti” è una bella manifestazione, nonché un modo interessante di proporre i vini della provincia di Pisa, meritevoli sicuramente del giusto riconoscimento; obiettivo da raggiungere attraverso eventi come questo, ma anche grazie alla simpatia, professionalità e disponibilità dei Sommelier della Fisar.

Ci vediamo l’anno prossimo!