Le sue acque sono la linfa vitale di uno tra i più famosi, caratteristici e storici vini al mondo, il Porto.
Stiamo parlando delle acque del Douro, che nel corso dei secoli si sono scavate un percorso tra i più suggestivi del pianeta; questo rio (fiume) nasce in Spagna con il nome di Duero, attraversa la regione vitivinicola denominata Ribera del Duero e successivamente costituisce per un centinaio di km il confine tra Spagna e Portogallo. Alla confluenza di uno dei suoi mille affluenti, l’Agueda, entra in territorio lusitano per finire la sua corsa a Porto, dove sfocia nell’Oceano Atlantico.

Questo fiume è stato per secoli la via di comunicazione tra le quintas (cantine) situate lungo le sue rive e la città di Porto; il vino veniva messo nelle botti di legno e caricato su piccole imbarcazioni chiamate rabelos, che grazie alla maestria dei navigatori portoghesi giungevano a Porto dopo un viaggio piuttosto movimentato a causa delle frequenti rapide che caratterizzano il Douro. “Quasi tutte” arrivavano a Porto, perché proprio a causa di queste rapide, alcune davvero pericolose, molte barche venivano sopraffatte dal fiume ed il vino, e spesso i suoi custodi, finivano dispersi.
Quelle che giungevano a Porto, o per meglio dire a Vila Nova de Gaia, il paese affacciato sulla sponda opposta del Douro proprio di fronte a Porto, venivano stivate nelle cantine ancora oggi attive e che con i loro vari secoli di storia costituiscono una delle maggiori attrazioni turistiche della città.

Il bacino del Douro, nella sua parte portoghese, costituisce una delle zone vitivinicole più interessanti in Europa e nel mondo; grazie alla sua bellezza paesaggistica ed alla sua storia legata al vino, nel 2001 l’UNESCO l’ha inserito tra i Siti Patrimonio dell’Umanità.
Un riconoscimento meritatissimo, perché percorrere il tragitto, o una parte di esso, in macchina, in treno, in barca o addirittura in elicottero è una delle esperienze più incredibili che si possano fare.
È tipico in quest’area trovare le vigne disposte in terrazzamenti di varie dimensioni posti lungo ambo i lati del fiume, intervallati da una miriade di affluenti che si snodano tra i suoi scoscesi pendii.

La regione vitivinicola del Douro è, tra le altre cose, la più antica “denominazione” al mondo, essendo stata costituita in forma ufficiale ed istituzionale nel 1756, corrispondente pressappoco al periodo in cui il vino di Porto, quello fortificato, ha subìto un incremento nella richiesta sul mercato inglese, particolarmente attratto da questo caratteristico vino.
Una produzione a senso unico che ha avuto un importante aggiornamento nel 1979; in quell’anno infatti il disciplinare ufficiale del Douro è stato esteso per includere i vini secchi da tavola insieme ai vini fortificati, e dagli anni ’90 la produzione di questi ultimi è aumentata notevolmente, così come il suo livello qualitativo. Oggi, Douro produce alcuni dei più prestigiosi vini rossi da tavola del Portogallo, derivanti dalla gamma di vitigni autoctoni della zona.

Il Douro ha una vasta selezione di vitigni locali che crescono nei vigneti composti da vecchie viti nodose e imponenti che danno piccole rese di vino, ricco e complesso, sia per il porto che per i vini non fortificati da tavola. La vigna può essere caratterizzata da decine di diversi vitigni, mescolati insieme in questi vecchi vigneti come da antica usanza. Nei vigneti moderni, invece, le varietà sono piantate separatamente e cinque di esse sono state dichiarate la scelta migliore per il Porto: Tinta Roriz, Touriga Franca, Touriga Nacional, Tinta Barroca e Tinto Cão.

Le quintas portoghesi della DOC Douro sono sparse lungo gli argini del suo percorso, ed il disciplinare odierno riconosce lungo il suo tragitto tre sub-regioni vitivinicole: da est a ovest troviamo prima la regione il Douro Superior, al confine con la Spagna, poi quella centrale conosciuta come Cima Corgo ed infine quella chiamata Baixo Corgo confinante con un’altra denominazione, la Vinho Verde.
Ciascuna di queste tre zone presenta caratteristiche peculiari, ma il trait d’union è costituito dal suo territorio a tratti montuoso che crea un’area in cui è presente un’ampia gamma di terroir caratterizzati da diversi tipi di terreno, da microclimi ed altitudini che variano lungo il tragitto del Douro.
La regione del Douro Superior è quella più interna e segna il confine tra Portogallo e Spagna, che per un lungo tratto segue l’andamento del Douro/Duero. È la più grande delle sottoregioni ed il clima qui è caratterizzato da inverni molto freddi ed estati infernalmente calde; è anche delle tre quella enologicamente emergente, e non tutto il territorio è coltivato: i suoi vigneti terrazzati infatti occupano circa il 20% dei terreni vitati lungo le sponde del Douro.

La parte centrale della regione del Douro, incentrata sul villaggio di Pinhão, è conosciuta come Cima Corgo. È il cuore del Porto fortificato e la sua produzione rappresenta da sola quasi la metà di quella totale dell’intera regione. I ripidi vigneti posti sui terrazzamenti coprono le pareti montuose che si affacciano sul fiume; qui le viti poste più in basso tendono a maturare molto prima di quelle ad altitudini maggiori, poiché il fiume trattiene il calore anticipando le fasi della vite. Questo effetto provoca una vendemmia svolta in più riprese, anche all’interno di uno stesso vigneto.
Baixo Corgo è la sub regione con il maggior numero di vigneti. È quella più vicina all’Atlantico e che più ne risente l’influenza, ed è anche quella più vocata alla produzione di vini da tavola. L’area è più fresca e umida rispetto alle altre due sottozone, ma anche più accessibile dal punto di vista orografico; queste caratteristiche hanno spinto i produttori locali verso il vino da tavola piuttosto che il Porto classico, ed oggi è rinomata per i suoi vini secchi e le sue bollicine.

Percorrere in macchina tutta la regione è uno dei viaggi on the road altamente consigliato a tutti i wine lovers del mondo; la bellezza che scaturisce dietro ad ogni curva, i punti panoramici sparsi lungo la via, i ponti che ne attraversano l’impetuoso scorrere, sono solo alcuni degli elementi per cui vale la pena di vivere il Douro di persona.
Quello che si dipana davanti agli occhi è sì un paesaggio fortemente antropizzato ed artificiale, ma di una bellezza e armonia da togliere il fiato; le vigne seguono l’andamento dei versanti delle montagne, e si sviluppano dalla riva del fiume fino alla sommità, in alcuni casi.
Questa distribuzione rende i lavori in vigna complessi e lunghi, e poter assistere ad una vendemmia, solitamente nei mesi di Agosto e Settembre, è una di quelle esperienze che resteranno scolpite nella memoria.
BONUS
Lungo le rive del Douro è possibile vivere un’esperienza unica ed indimenticabile: dormire in una botte di legno!
Da Quinta da Pacheca potrete scegliere tra 10 botti in cui trascorrere il vostro soggiorno, circondati dal meraviglioso paesaggio delle colline del Douro; ognuna possiede una caratteristica porta circolare di vetro, affacciata sui vigneti dove questa cantina produce il vino, e un piccolo cortile esterno dove poter gustare un bicchiere di Porto.
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